Vive la liberté!

Eterogenesi dei fini


In questi momenti tristi, agli amici che ho nel Pd vorrei dire che tra le conseguenze non intenzionali delle azioni intenzionali del loro partito vi è, purtroppo, anche la grottesca reazione della destra e del governo che ora pretende di bacchettare la Regione Emilia-Romagna per ciò che non ha fatto in tema di ambiente, tutela del territorio e prevenzione. Perché, se è vero che l’Emilia-Romagna eccelle per consumo di suolo, in termini percentuali, la regione viene dopo la Lombardia (12.16%), il Veneto (11.88%) e la Campania (10.52%) e dal 2017 il consumo è andato aumentando ogni anno. Si consuma suolo nuovo nelle aree prevalentemente rurali, in aree protette o vincolate. Nel consumo di suolo per aree destinate alla logistica, in cui l’Emilia-Romagna primeggia. Il consumo di suolo impatta sulle superfici intorno, con perdita di “servizi eco-sistemici”: nel caso della nostra regione, più di tre quarti del suo territorio sono impattati dal consumo di suolo. Il degrado del suolo, poi, in questi anni è rimasto stabile per due terzi dei terreni, ma per un quarto è peggiorato. Infine, in Emilia-Romagna, il 68% degli edifici è in aree a pericolosità sismica, il 5,8% in aree franose e il 62,7% in aree a pericolosità idraulica media (primato nazionale).

Tra poche settimane uscirà il rapporto annuale dell’ISPRA sul consumo di suolo che confermerà che la regione è ai primi posti in queste graduatorie, dietro a Lombardia e Veneto. Consumo di suolo vuol dire cementificazione, alterazione permanente degli eco-sistemi, impermeabilizzazione. Se l’acqua non viene assorbita dai terreni è perché sono incapaci di farlo. Se poi ci appelliamo al cambiamento climatico per dire che di fronte alle piogge torrenziali non ci si può far niente, perché sono “eventi estremi”, è però vero che contribuiamo per la nostra parte a quel cambiamento. L’Emilia-Romagna, infatti, da sola produce il 10.9% del totale dei gas serra prodotti in Italia, seconda solo alla Lombardia (19.6%) e davanti al Veneto (9.6%). E questo non perché sia semplicemente una regione “ricca” (più si produce più si emette), ma perché L’Emilia-Romagna emette più gas delle altre regioni, in proporzione al PIL, e anche in rapporto alla popolazione, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto emettono più gas serra delle altre regioni.

Ciò che, tristemente, se ne può concludere è che, se responsabilità politiche a livello regionale vi sono, esse ci sono a Bologna come a Milano o a Venezia. Il che non esime gli emiliano-romagnoli da nessun mea culpa, come non esime i lombardi o i veneti. Anzi, si potrebbe concludere che in tema di difesa dell’ambiente e del territorio non c’è alcuna differenza tra destra e sinistra.

Il che qualche problema dovrebbe porlo agli amici del Pd. Perché il loro governo della regione si è comportato come quello di altre regioni governate dalla destra. Che le politiche del centro-sinistra non siano più tanto diverse da quelle del centro-destra è peraltro vero da tempo, e in molti campi. Ma nel caso dell’ambiente e del territorio si può forse concludere che sono praticamente convergenti.

Ciò, peraltro, dovrebbe porre più di un problema anche ai miei amici di Sinistra italiana e di Europa Verde. Molti proclami, molte parole d’ordine, ma quando si viene al dunque l’alleanza non è in discussione. Fare i “verdi” alleandosi con il partito della cementificazione qualche domanda dovrebbe suscitarla. Già grida vendetta l’alleanza con un partito che vota a Strasburgo per l’invio delle armi in territorio russo nel nome del bellicismo più accanito, ma mantenere quella alleanza in modo acritico su ogni tema, inclusi quelli ambientali, lascia attoniti. Perché mai non viene dai vostri partiti un ben che minimo accenno di critica – e di dura opposizione – alle politiche del Pd? È dal 2017 che il quadro non fa che peggiorare in Emilia-Romagna, anni in cui sono state le giunte a guida Bonaccini a governare la regione. Verdi e Sinistra italiana – che alle ultime elezioni fece parte dell’operazione “coraggiosa” di Elly Schlein – sono parte della maggioranza di governo. Eppure, predicano l’ecologismo.

A Bologna, la cementificazione procede accanto al rifacimento di intere zone, nel nome della riqualificazione. Il taglio di alberi decennali va di pari passo con le colate di asfalto e cemento, strade invece di parchi, piattaforme invece di verde. Le “isole di calore” estive sono diventate forni, i termometri sono schizzati in alto, ad ogni pioggia le strade divengono laghi e torrenti. Sembra che non si voglia capire che il cambiamento climatico è oggi, che non possiamo aspettare che l’esile quercia diventi grande tra cinquant’anni, dobbiamo preservare il più possibile il verde che c’è ora.

Grottesco è vedere Musumeci che sgrida la Regione perché non spende i fondi gentilmente erogati dai governi, quando loro saprebbero solo fare lo stesso. Ma un po’ ve la siete cercata, gliel’avete messa su piatto d’argento, mostrando loro che in quanto a scempio ambientale non siete da meno, che del degrado non vi siete presi cura e che oggi come un anno fa come cinque anni fa siamo punto e da capo.

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