Vive la liberté!

Se la politica non ci ascolta, noi ci facciamo sentire


24 ottobre 2022

La manifestazione di sabato 22 a Bologna è stata un successo. Migliaia di partecipanti, non solo bolognesi, venuti da molte parti d’Italia. Non solo militanti, ma anche gente che segue la politica e ciò che i governi locali, regionali e nazionali fanno e che vuole dire la sua. C’era un bel mix e molte persone presenti perché coinvolte, partecipi e interessate a contribuire.

Le parole d’ordine erano molte ma una svettava su tutte: NO AL PASSANTE. Uno slogan al quale a Bologna tanti gruppi e comitati hanno già fatto proprio. Perché se a molti sfuggono gli aspetti più “tecnici” della questione, ai più è chiaro che un ampliamento del tratto autostradale attorno alla città significa più inquinamento, più traffico, più rumore, più cemento. Per non parlare dei lavori, che dureranno anni, con i disagi che li accompagneranno.

Senza entrare qui nel merito – lo abbiamo già fatto altre volte, in tanti si sono già espressi – ciò che appare più stridente è che la decisione di ampliare autostrada e tangenziale – un’opera che sarà pronta quando dovremo avere trasporti a emissioni zero – va contro ogni logica della transizione ecologica. E perché l’ampliamento del tratto attorno a Bologna prefigura un allargamento di A14, A13 e A1 (“opera strategica per il Paese” affermano i bollettini Pd), con un aumento vertiginoso del traffico e una devastazione ecologica enorme – terreni agricoli cementificati, emissioni di gas serra, inquinamento. In una situazione in cui si dovrebbe andare verso la RIDUZIONE DEL TRASPORTO SU GOMMA si procede nella direzione opposta.

La consapevolezza sta crescendo, come l’affollato corteo ha dimostrato. Eppure, Bonaccini afferma spavaldo che andranno avanti, che la decisione è stata presa (ma conti e verifiche tecniche che la supportavano sono già vecchi) e che nulla li fermerà. Anche il consenso politico sul quale quella decisione si basava, peraltro, appare vecchio (una giunta nata nel gennaio 2020, sostenuta anche da Bologna Coraggiosa che si è già persa per strada), ma i vertici non paiono preoccuparsene. Una coalizione che ha in mente un modello di sviluppo vecchio, che va contro la storia e le nostre esigenze. Che la stessa giunta Lepore a Bologna sostiene, con il supporto di quella Coalizione Civica che si era sempre opposta al progetto, finché non ha ottenuto di venire cooptata nel governo della città.

Ai molti dei partecipanti alla manifestazione, va detto, delle beghe politiche importa poco, e prevalente è parsa la vena “movimentista” dei gruppi, degli striscioni e delle bandiere presenti. C’eravamo in molti, però, in una pluralità di indirizzi degna di nota. Sindacalismo di base, collettivi, comitati, e anche gruppi politici, come Unione Popolare, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, giovani comunisti, e vari altri.

Un gruppo con le bandiere dei Verdi è stato malamente fatto oggetto di ingiurie, e ciò non è stato un bene. Anche se circoscritto, l’episodio è stato deplorevole. Se eravamo lì, tutti, anche se con motivazioni diverse, era per protestare. Fare “l’esame del sangue” a chi vi partecipava appare francamente fuori luogo. Vero è che i Verdi si sono opposti al Passante. Ma è anche vero che alle recenti elezioni si sono apparentati con il Pd. La contraddizione è loro. Sono loro che devono giustificarsi.

Ora, la lotta deve continuare. La protesta deve continuare ferma. Le richieste di andare alle valutazioni d’impatto devono trovare riscontro. La decisione ultima NON è STATA PRESA. Il confronto politico non è finito, come vogliono fare intendere Bonaccini e Lepore. E i Verdi, presenti nei consigli, dovranno mostrare coerenza. I movimenti e i comitati tutti, in città e in regione, dovranno continuare nella lotta, sapendo che in molti, come Unione Popolare, sono dalla loro parte.

Questo è un progetto che va contro la storia, che accelera, invece che rallentare, il rientro, la transizione ecologica. Dovremo, tutti, far sentire il fiato sul collo a queste amministrazioni, perché DOBBIAMO CAMBIARE STRADA, ORA. E il mandato che ci ha dato questa massa festosa di giovani e adulti, per le strade di Bologna, è ancora più forte.